Sabrina Zuccalà sulla costruzione del Ponte sullo Stretto

Una giornata storica per la Sicilia e per l’intero tessuto economico e infrastrutturale della nostra Penisola. Il governo ha avviato la procedura della costruzione del Ponte sullo Stretto e secondo Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture, il progetto esecutivo dovrebbe essere approvato entro il 31 luglio 2024. Successivamente a tale data, dovrebbero partire i vari lavori. Il costo complessivo dell’infrastruttura ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro e alcuni fondi potrebbero essere messi a disposizione dalla Banca europea di investimento (Bei). Il Ponte sullo Stretto potrebbe divenire un’operazione di ingegneristica futurista e altamente innovativa e la sua realizzazione determinerebbe un nuovo record mondiale. Con una lunghezza di circa 3.300 metri, gli esperti hanno ipotizzato che i piloni per sostenere l’impalcato dovrebbero arrivare fino a 400 metri di altezza e con l’aumento dell’altezza, i cavi devono aumentare di dimensioni, di numero ed essere efficienti in termini di durata e sostegno. Peraltro, nel progetto, sono stati ipotizzati quattro tipologie di cavi che potrebbero essere utilizzati, contro i canonici due che solitamente vengono utilizzati per la realizzazione di questa tipologia di ponte. Già nel 2020, le istituzioni politiche riunirono i massimi luminari nazionali di ingegneria, architettura, economia, diritto, urbanistica, geologia e opere pubbliche. Tra le personalità del mondo economico interpellate dalle istituzioni nazionali ritroviamo anche l’imprenditrice Sabrina Zuccalà, presidente di 4Ward360, eccellenza italiana che si occupa di nanotecnologie e tutela delle superfici, proteggendole da intemperie e da aggressioni chimiche, e che ha messo a disposizione la competenza e le ricerche condotte dall’azienda trattando molte delle opere importanti del paese, come varie piste di atterraggio degli aeroporti, i Musei Vaticani, trattamenti per la Difesa e l’Aerospazio.

Il tema del Ponte sullo Stretto si inserisce nel dibattito sull’utilizzo virtuoso dei fondi del Recovery Fund, del Pnrr e all’interno delle nuove politiche innovative e altamente tecnologiche che potrebbe riscrivere il ruolo delle imprese e delle infrastrutture del nostro Paese. Per superare tutte le problematiche di ordine ambientale e securitario, la presidente Sabrina Zuccalà torna a rilanciare l’idea di trattare” con i nanomateriali tutto quello che verrebbe utilizzato per il Ponte sullo Stretto. Nei ponti, forse più che in ogni altra struttura civile, la forma è condizionata dagli aspetti tecnologici e costruttivi. La nanotecnologia impiega metodi e tecniche per la manipolazione della materia su scala dimensionale inferiore al micrometro, normalmente tra 1 e 100 nanometri, con l’obiettivo di produrre materiali dalle caratteristiche chimico-fisiche estremamente particolari. Essa può rappresentare la risorsa scientifica e tecnica necessaria per ripensare gli edifici e le infrastrutture. “Se ritorniamo a porre l’attenzione sull’importante legame tra l’uso di materiali innovativi e la progettazione architettonica, un filo che lega l’architettura all’avvento del ferro, del vetro, del cemento armato, per introdurre il tema delle nanotecnologie per la costruzione dei ponti, la nuova frontiera dell’innovazione potrebbe trovare nel progetto del Ponte sullo Stretto un esempio pratico e concreto di eccellenza italiana della tecnologia”, ha dichiarato la presidente Sabrina Zuccalà.

Grazie ai nano-compositi possono innescarsi novità importanti nel settore delle costruzioni e della manutenzione dei ponti, creando componenti meritevoli di estrema cura attenzione più piccoli e materiali importanti con delle prestazioni migliori e a un costo inferiore. Le nanotecnologie possono apportare un contributo fondamentale alla soluzione di problemi infrastrutturali, logistici e ambientali perché consentono di realizzare prodotti e processi per usi più specifici, risparmiare risorse e ridurre il volume dei rifiuti e delle emissioni. L’Europa sta già investendo in molti programmi di nanoscienze, sviluppando una solida base di conoscenze e oggi l’Italia può fare in modo che l’industria e le società europee possano coglierne i frutti, sviluppando prodotti e processi innovativi da implementare e rafforzare proprio per la costruzione e la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

Articolo pubblicato dal quotidiano “L’Opinione delle Libertà“.

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